musica elettronica: Massimiliano Viel - web
video: Stefano Cagol - web
esecuzione musicale: Corpo Musicale S. Cecilia di Volano - bio
video installazione: Walter Comper (Canada)
Spettacolo multimediale di installazioni e performance dedicato al vino, prodotto di monocoltura nella valle dell'Adige.
Il lavoro di ricerca è costituito da interviste, immagini e suoni, ritratti dal mondo della piccola e dalla grande produzione vitivinicola locale.
imbottigliamento in Cantina Vivallis a Calliano
Vino è una ricerca audiovisiva realizzata attraverso video interviste con 'piccoli' viticoltori professionisti che vinificano in proprio e dirigenti attivi nella 'grande' produzione e distribuzione vinicola dell'Alta Vallagarina.
Accanto alle interviste, immagini e suoni della produzione agricola e di quella industriale servono a fornire stimoli e suggestioni, e permettono di mettere a confronto il modo di intendere il mondo del vino di alcuni vignaioli/produttori di vino da una parte, e di chi, dall’altra, è più vicino alle vitali necessità della produzione industriale e del mercato su scala locale e globale.
La piazza Grande del castello di Beseno per una serata diventa un contenitore di esperienze vinicole tradotte in audio e video installazioni, musica dal vivo e sessioni di musica elettronica.
il castello di Beseno
Lo scenario è l'Alta Vallagarina, stretta terra posta tra le gli agglomerati urbani di Trento e Rovereto.
L'area vanta una tradizione vinicola molto antica e viene ricordata per particolari varietà di Moscato e Marzemino.
Fino alla prima guerra mondiale Calliano nel Tirolo Italiano era una delle principali stazioni ferroviarie per il trasporto di vino verso l'Austria e la capitale Vienna. In questo periodo si formano le prime cooperative vinicole che si contrappongono ai commercianti grossisti.
Dagli anni Cinquanta saranno proprio queste cooperative a decidere l'utilizzo di gran parte del territorio agricolo.
Le aziende agricole private lasciano il passo durante la grande industrializzazione degli anni Sessanta: tantissimi contadini lasciano la terra per andare a lavorare nelle fabbriche di Trento e Rovereto.
Negli anni Settanta si pone in evidenza il fenomeno del contadino part-time dove il primo stipendio da dipendente viene integrato dal lavoro e dalla produzione della campagna.
Negli anni Ottanta si sperimentano coltivazioni frutticole (kiwi, mele, ciliegie) che integrano l'offerta agricola.
Dagli anni Novanta si nota la progressiva scomparsa della coltivazione di alberi da frutto e una veloce turnazione di varietà di uva sui vigneti che diventano definitivamente padroni del paesaggio lagarino.
Attualmente la grande produzione viticola di riferisce a bianchi secchi anche se resistono grandi tradizioni di interessanti vini rossi.
Due grandi cantine sociali gestiscono e raccolgono la produzione di circa mille soci sparsi con le loro proprietà in una zona compresa tra Trento e Rovereto.