Installazione d’Arte Pubblica
composta da un pennone in alluminio alto 12 m
e una bandiera bianca di dimensioni 400 x 600 cm
di Stefano Cagol
16 giugno – 30 settembre 2006
Monte Finonchio (Calliano – Trento)
Visibile dalla vallata tra Trento e Rovereto, da Verona verso il Brennero e l’Europa.
Fotografie di Portobeseno
Video di Stefano Cagol
scheda installazione, immagini e comunicato stampa white-flags/montefinonchio
Il bianco, la sintesi di tutti i colori, somma e annullamento di tutte le bandiere del mondo.
“BANDIERA BIANCA è un intervento silenzioso, ma con un impatto forte. La forza è quella di raggiungere un pubblico esteso, di far riflettere, di riuscire ad insinuarsi nel pensiero comune, in una società così caotica, veloce e superficiale.
Il bianco… segno di lutto in oriente, bianco per la purezza… bianco per ri-nascere.”
Nell’ambito del Festival Portobeseno, che crea una connessione diretta tra patrimonio storico e nuovi media, si colloca l’installazione dell’artista contemporaneo Stefano Cagol dal titolo WHITE FLAG BANDIERA BIANCA, pensata appositamente come intervento site-specific. Alla serie di eventi, che uniscono teatro, web, musica digitale, spettacoli multimediali nella cornice dei castelli di Beseno e Pietra e nell’intento di un legame consapevole e propositivo la dimensione territoriale e storica, si aggiunge quindi un importante intervento capace di assurgere idealmente con il suo impatto su un pubblico ampio a simbolo dell’intera manifestazione.
Il pilone verrà installato perforando la roccia sulla cima del Monte Finonchio, proprio antistante alla collina su cui ha sede Castel Beseno, quasi affiancata/contrapposta. Risulterà ad un altezza di circa 150 metri dalla valle sottostante. La bandiera verrà issata venerdì 16 giugno alle ore 9 pm, apertura del festival. E l’inaugurazione della bandiera sarà godibile e visibile dal bastione sud del castello. La bandiera bianca di dimensioni elevate issata sul rilievo antistante la rocca di Beseno con la sua diretta quanto efficace idea di purezza che si oppone al frastuono, la conflittualità e la contraddittorietà del momento attuale sarà infatti visibile da un pubblico ampio, non solo quello specializzato dei musei, ma anche i viaggiatori che attraversano la vallata tra Trento e Rovereto, tra il Brennero e Verona, passando in treno e in auto lungo l’autostrada: milioni di viaggiatori nell’estate e tutti fruitori del progetto.
La BANDIERA BIANCA di Stefano Cagol rientra all’interno della ricerca sul tema della bandiera perseguita dall’artista. Punto di partenza sono stati il video “Stars & Stripes” (Stelle e strisce) e la sua seconda edizione, “Lies” (Bugie), presentata nel 2005 da Platform a Londra con testo di Mami Kataoka. In quell’opera video il simbolo forte della bandiera americana era sdoppiato per creare forme e significati in continua evoluzione, da stendardo a fiore, da minaccioso a rassicurante.
I momenti successivi di questo percorso sono dominati dal bianco come somma e annullamento di tutte le bandiere del mondo, perché se i mezzi attuali sono capaci di cancellare i confini tra le nazioni, ancora rimangono continui contrasti tra gli stati e le culture.
La bandiera bianca è stata protagonista dell’azione “White-Flags” realizzata all’opening della 51° Biennale di Venezia (10 giugno 2005). Mentre a Forte Strino (al passo del Tonale, dove Cagol ha realizzato la mostra “Atomicwerk”, luglio –settembre 2005) ha sostituito gli emblemi nazionali all’esterno di questa struttura bellica austro–ungarica della Prima Guerra Mondiale: ha tolto le bandiere italiana, europea e austriaca issando tre bandiere bianche visibili dalla trafficata strada del passo.