‘Narrare la valle del Rosspach’ è un laboratorio didattico e un’esplorazione sonora svolta, nel corso del mese di marzo 2019, con i ragazzi e ragazze della classe I della Scuola Secondaria di Folgaria in Trentino.
Il laboratorio si focalizza sulla conoscenza del territorio di appartenenza attraverso l’ascolto attivo dei suoni ambientali e la raccolta e registrazione di testimonianze orali presso le frazioni e masi dislocati nella parte alta della Valle del Rosspach – Rio Cavallo, nel comune di Folgaria.
Nella prima fase del laboratorio abbiamo registrato e catalogato il paesaggio sonoro e le oasi sonore di Folgaria. Successivamente siamo scesi nell’alta valle del Rosspach dove abbiamo ascoltato otto storie raccontate da persone che sono nate e vissute sul territorio oppure da chi vive oggi i vecchi masi e le frazioni.
Il percorso di visita è iniziato in località Fontani per poi proseguire sul percorso Peneri, Scandelli, Marangoni, Ca’ Nove, Molini, Nicolini, Forreri (mappa).
Un itinerario pensato per l’ascolto di storie passate e contemporanee: come si viveva un tempo e chi abita oggi questi luoghi. Le audio storie registrate dagli alunni andranno a comporre una mappa web dedicata alla valle del Rosspach con l’obbiettivo di ‘narrare il territorio’.
Gli allievi hanno acquisito e rinforzato conoscenze di geografia umana; hanno imparato a intervistare i testimoni, in genere persone anziane, ristabilendo così, il ruolo dell’anziano come narratore di una comunità; con la guida degli esperti hanno imparato a registrare e catalogare suoni ambientali, con il fine di creare un archivio sonoro digitale.
Obiettivi specifici del laboratorio ‘Narrare la Valle del Rosspach’:
– conoscere il territorio attraverso l’esperienza vissuta;
– diventare protagonisti della ricerca e della raccolta della storia di vita;
– osservare e descrivere il luogo raccontato dal testimone anche dal punto di vista sensoriale;
– allenare l’attenzione, ‘pensare con le orecchie’;
– favorire modelli cognitivi per sviluppare una visione più completa e complessa del territorio di appartenenza, attraverso l’ascolto delle storie e dei suoni ambientali.
Narrare la Valle del Rosspach – calendario laboratorio
Folgaria, 20 marzo 2019 – incontro in classe, attività propedeutica
Folgaria, 27 marzo 2019 – esplorazione sonora, registrazione e catalogazione suoni nel centro storico di Folgaria
Mezzomonte, 29 marzo 2019 – esplorazione sonora, registrazione di otto storie caratterizzanti le frazioni e i masi nell’alta valle del Rosspach
Folgaria, 2 aprile 2019 – incontro in classe, storytelling
Narrare la valle del Rosspach – diario del 29 marzo 2019, (ore 8 – 13)
Località e testimoni narratori
Fontani, Renato Fontana
Fontani, Giovanni Fiabane
Peneri, Elisabetta Monti
Peneri, Giorgio Cucco
Scandelli, Luigi Keller
Marangoni, Giuliana Lanfranchi
Molini, Giovanni Valle
Nicolini, Damiano Pavone
Renato Fontana è nato ai Fontani e abita da alcuni decenni a Calliano. Ricorda subito la giovinezza ai Fontani. “Quando avevo la vostra età ci si svegliava molto presto per andare a scuola, si scendeva a piedi a Mezzomonte attraverso i sentieri. Prima di entrare in classe c’era da andare in chiesa per assistere alla messa. Si indossavano sempre pantaloni corti, estate e inverno, anche con mezzo metro di neve. I giochi si svolgevano intorno alle case, c’era poco spazio per giocare a pallone, non era facile per via della pendenza dei terreni e del filo spinato che correva tra una proprietà e l’altra.”
Giovanni Fiabane, originario di Venezia, vive ai Fontani con la sua famiglia, la compagna e due bambini, da circa 15 anni. La sua è stata una scelta di vivere nella natura, a pochi chilometri dal luogo di lavoro (gestisce il cinema Paradiso di Folgaria). Appassionato di musica ha creato il primo impianto sonoro soundsystem della provincia di Trento, in omaggio al luogo dove vive il progetto e il collettivo di musicisti si chiama Radio Fontani.
Elisabetta Monti è arrivata a Mezzomonte negli anni 80. La natura incontaminata e la possibilità di aprire un’azienda agricola sono stati gli spunti per venire a vivere nella località Gruin, poco sotto i Peneri. “All’inizio è stato molto difficile, c’era un rudere da ricostruire come abitazione e i terreni da dissodare. Il territorio era quasi completamente abbandonato, incredibile come in pochi anni il bosco si riprenda lo spazio.”
Elisabetta ha costruito uno dei primi impianti in Trentino di fitodepurazione e la sua azienda agricola è molto attenta a tutte le pratiche ecologiche sostenibili.
Giorgio Cucco è nato ai Peneri, si è trasferito da qualche anno a Folgaria. La famiglia Cucco è documentata ai Peneri da 500 anni e il loro è il maso principale che occupa praticamente metà della contrada.
Giorgio ricorda l’infanzia: “Quando ero piccolo eravamo più di 50 abitanti dei Peneri. C’era addirittura una scuola, una piccola aula dove c’eravamo dentro tutti, piccoli e grandi, 12 bambini circa. Inoltre si ripeteva una o due volta la Quinta Classe perché non c’era la possibilità di frequentare altre scuole. C’era molta armonia tra le famiglie, ci si dava una mano anche nelle piccole cose. Il bosco era coltivato per i diversi usi, tutti avevano orto e un campo di cipolle e patate.”
Ricorda inoltre un momento speciale che si svolgeva ai Peneri: “Un importante momento comunitario era quello della macellazione dei maiali. Veniva uno da fuori per sgozzare gli animali e poi si lavorava la carne tutti assieme. Negli stessi giorni si sentivano le urla di quelli della Guardia che macellavano anche loro. Tenere fermo ‘el mascio’ non era cosa da poco ed erano momenti molto concitati.”
Luigi Keller ha scelto da qualche anno di vivere nel maso degli Scandelli. La scelta è stata determinata dalla relativa lontanza da centri turistici e dalla possibilità di suonare spesso l’amata chitarra elettrica. Luigi è stato un atleta, pioniere dello snowboard. Lavora spesso fuori provincia ma la rete internet gli permette di lavorare a casa, “questo è un grande vantaggio”.
Giuliana Lanfranchi è nata a Bergamo di Sopra e dopo il matrimonio è venuta a vivere ai Marangoni. Adesso è una nonna felice, ama da sempre il luogo in cui vive. I bambini chiedono: “Stiamo facendo una ricerca sui suoni, cosa ci racconta?” – Giuliana: “In questo posto tranquillo suoni ce ne sono pochi ma ho questo splendido paesaggio davanti a casa, le notti d’inverno la Guardia diventa un presepe.”
Giuliana ha ricordato la propria infanzia passata ad accudire i fratelli e sorelle più piccole, a volte senza l’ausilio dei genitori. Racconta anche della guerra e dei bombardamenti di Bergamo, la fame e la miseria, “trovare ricchezza anche nelle piccole cose”.
Giovanni Valle, autista dell’Atesina per trent’anni (“è stata la mia fortuna”), è di Folgaria ma lo incontriamo alla frazione Molini. “In queste prime case dei Molini vivevano due anziane donne, da sole. Non possedevano nulla se non un paio di capre. Non so di cosa vivessero, erano molto povere. A volte la mia famiglia mi mandava a comperare da loro un litro di latte, era il loro unico reddito.”
Giovanni ricorda anche gli anni Cinquanta quando inizia praticamente lo spopolamento della valle: “Sono figlio di emigrati, sono nato in Francia ma nel 1940 dopo l’invasione militare tedesca, i miei genitori decisero di tornare ad abitare nuovamente ai Marangoni. Dopo la guerra i giovani se ne andarono a lavorare all’estero, in Svizzera soprattutto.”
Damiano Pavone è nato a Taranto, entra giovane nell’esercito, nella Guardia di Finanza. “Ho vissuto praticamente la mia vita sul confine. Prima, durante la Guerra Fredda, al confine con la Jugoslavia e poi in Alto Adige durante il terrorismo separatista. Oggi il confine è con i cervi della foresta della Gon, vorrebbero mangiarmi l’insalata dell’orto. I suoni dei Nicolini? Dovete venire la mattina presto, quando arriva il sole. C’è un meraviglioso concerto di uccellini, di tutti i tipi.”
ARCHIVIO IMMAGINI
‘Narrare la valle del Rosspach‘ ospitato su Flickr
Ringraziamo tutti i narratori coinvolti, il personale docente dell’Istituto Scolastico Folgaria Lavarone Luserna, l’Associazione Valle del Rosspach, il Comune di Folgaria finanziatore dell’iniziativa. Il laboratorio ‘Narrare la valle del Rosspach’ si inserisce nella programmazione 2019 del festival Portobeseno.